
A.P.I.
L’house organ settimanale di A.P.I. nasce nel 1985 in formato cartaceo, da ottobre 2011 cambia veste e diventa digitale per stare al passo con i tempi.
La rivista è ricca di notizie flash che forniscono spunti interessanti e aggiornati sugli argomenti di primario interesse per le imprese manifatturiere e di servizio alla produzione.
È arricchita dalle storie delle PMI associate, dagli interventi del Presidente e dei vertici associativi, dalla sezione “Appuntamenti” e “Vita associativa” in cui vengono comunicate le iniziative per rappresentare gli interessi delle imprese associate sui tavoli istituzionali e gli incontri della settimana che A.P.I. organizza per le imprenditrici, gli imprenditori e i loro collaboratori per approfondire gli aspetti più rilevanti del “Fare Impresa”.
Viene infine completata dalle informazioni tecniche e dalle opportunità di crescita e sviluppo dedicate alle PMI.
Come nasce la storia della rivista che racconta A.P.I. e le imprese associate?
Il 15 maggio 1947, per volontà dell’allora A.P.I. di Milano, nacque la rivista quindicinale dell’Associazione “Notiziario dell’API lombarda”, il primo direttore fu l’avvocato Giuseppe Corielli.
L’associata tipografia Bertieri fu la prima a stampare la rivista.
A quel tempo, infatti, l’A.P.I. di Milano rappresentava e associava le imprese su tutto il territorio della Lombardia.
Nino Mariani, direttore dell’A.P.I. e del notiziario dal 1954, in un articolo del 1966 in cui si celebravano i vent’anni della rivista, disse che i primi numeri davano quasi l’impressione di essere anch’essi usciti dalla guerra, un formato “striminzito”, stampato su carta economica e in un formato ridotto per contenere i costi.
Fu solo nel 1957 che la rivista cambiò denominazione divenendo “APIndustria”, dalla fusione della gloriosa sigla API e industria.
Nel 1977 “APIndustria” cambia ancora denominazione in “Industria privata”. Tanti cambiamenti per dare nuovo slancio alla pubblicazione e far sì che fosse sempre al passo con i tempi e con le esigenze delle imprese, per tali motivi anche la decisione di cambiare la periodicità dell’uscita, prima quindicinale, poi mensile e infine trimestrale.
Non dimentichiamo che nel 1976, a causa dell’attacco terroristico ai danni della sede di Api Milano, la rivista subì l’arresto della sua pubblicazione per qualche mese.
“Industria privata” cessò di essere pubblicata nel 1993, fino alla nascita di A.P.I. Magazine che è stato l’house organ cartaceo ufficiale dal 2006 fino all’ultima pubblicazione del 2017. Fu stampato da un’impresa associata, la tipografia Granata.
Dal 2018 A.P.I. ha una sola rivista in formato digitale “A.P.I. News”, che oggi ha un nuovo volto attuale e al passo con i tempi per soddisfare le esigenze delle PMI associate.

Si rivolge ad aziende private e pubbliche, professionisti, istituzioni, rappresentanze politiche e territoriali, sistema finanziario, mondo accademico e dell’informazione.
Gli obiettivi della rivista non sono mai mutati: creare spirito di appartenenza, dare voce alle istanze della piccola media industria e agli imprenditori, informare le imprese sugli avvenimenti in atto che le riguardavano direttamente e non.
Nel numero uno del “Notiziario dell’API lombarda” la pubblicità costava venticinque lire a centimetro quadrato, da buoni imprenditori diedero valore ad ogni centimetro del loro prodotto. Il valore della voce della rivista che umilmente dalle sue pagine difendeva l’industria minore milanese e lombarda. “Industria privata” vanta importanti primati, fu primogenita tra le pubblicazioni delle Api d’Italia, fu notiziario delle Api della Lombardia con una sezione dedicata ad ogni provincia nella quale era presente un’API e, infine, fu anche il notiziario della confederazione dei piccoli industriali – fino alla nascita del giornale nazionale che per molti anni fu redatto, diretto e pubblicato a Milano.
Una pubblicazione seria, provocatoria, strutturata e ricca di contenuti, che crebbe con il tempo insieme all’Associazione.
Si alternarono tantissime “firme” nelle pagine della rivista, imprenditori, politici, storici, economisti, funzionari associativi, tutti parlavano, o meglio gridavano, degli interessi delle PMI, delle gesta degli imprenditori, dei risultati ottenuti sul fronte della rappresentanza, degli incontri istituzionali che vedevano protagonisti i dirigenti e i funzionari dell’Api, dei soprusi e delle ingiustizie subite dalle imprese, delle istanze per favorire lo sviluppo della politica industriale del nostro paese.

Non dobbiamo dimenticare gli interventi e le rubriche di carattere tecnico fondamentali per le imprese per consentire gli approfondimenti su temi per loro fondamentali.
Riportare in uno spazio così breve alcuni titoli della rivista non sarebbe giusto, correremmo il rischio di dare più importanza all’uno piuttosto che all’altro numero, vale però la pena ricordare che il gravoso impegno che vede protagonisti periodicamente imprenditori e funzionari per la redazione dei numeri.
A.P.I. non è mai stata una casa editrice, eppure, tutti insieme oramai dal 1946 dedichiamo tempo ed energie alla preparazione del menabò, alla scelta dei temi da trattare, alle foto da pubblicare, per giungere al numero che verrà poi inviato alle istituzioni e alle imprese, perché la rivista è lo specchio del lavoro quotidiano dell’Associazione.