Credito d’Imposta acquisto Beni Strumentali 2024

Il credito d’imposta per beni strumentali materiali, nell’ambito del Piano Nazionale Transizione 4.0, continua a rappresentare un incentivo cruciale per le imprese italiane che intendono investire in tecnologia e digitalizzazione.

La Legge di Bilancio 2020 (Legge n. 178/2020) e successive normative hanno confermato le condizioni e le aliquote per l’anno 2024, mantenendo la continuità rispetto al 2023.

Per il 2024, il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali rimane invariato rispetto al 2023. In particolare, il beneficio per i beni materiali 4.0 è confermato nella misura del 20%. Le disposizioni normative sono stabilite all’articolo 1, commi da 1051 a 1063, della Legge n. 178/2020, con specifiche direttive emesse il 24 aprile 2024.

Si ricorda che possono beneficiare del credito d’imposta:

  • Imprese residenti in Italia, comprese le stabili organizzazioni di imprese estere.
  • Soggetti in regime forfettario, come contribuenti e agriturismi.
  • Enti non commerciali limitatamente alle attività commerciali eventualmente esercitate.
  • Società tra professionisti (STP) che producono reddito d’impresa.
  • Reti d’impresa strutturate come soggetti giuridici.

Restano esclusi le imprese in liquidazione volontaria, fallimento, concordato preventivo senza continuità aziendale, o altre procedure concorsuali. Tuttavia, gli accordi di ristrutturazione dei debiti (art. 182-bis, R.D. n. 267/1942) non precludono il beneficio, poiché non rientrano nelle procedure concorsuali propriamente dette.

Il credito d’imposta è condizionato al rispetto di specifici requisiti:

  • Regolarità contributiva, ovvero il contribuente deve essere in regola con i versamenti previdenziali e assistenziali per i lavoratori al momento dell’utilizzo in compensazione, la disponibilità di un DURC valido costituisce prova del corretto adempimento degli obblighi richiesti.
  • Sicurezza sul lavoro, ovvero l’impresa deve rispettare le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Le aliquote del credito d’imposta per gli investimenti in beni materiali “Industria 4.0” variano in base all’importo dell’investimento:

  • 20% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro.
  • 10% per investimenti superiori a 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro.
  • 5% per investimenti superiori a 10 milioni e fino a 20 milioni di euro.

Il credito d’imposta può essere applicato agli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025, o fino al 30 giugno 2026, se un acconto pari ad almeno il 20% dell’investimento è stato versato entro il 31 dicembre 2025.

Il credito d’imposta può essere riconosciuto per beni acquisiti in diverse modalità:

  • Acquisto diretto: gli investimenti possono essere effettuati tramite acquisto diretto di beni materiali.
  • Leasing: il credito d’imposta è calcolato sul costo del bene sostenuto dal locatore, non rilevando l’importo del riscatto all’atto di esercizio del diritto di opzione.
  • Beni complessi e opere murarie: Sono agevolabili le sole componenti impiantistiche dei beni che richiedono opere murarie accessorie, purché tali opere non abbiano una consistenza volumetrica significativa.

Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite il modello F24 a partire dall’anno in cui si verifica l’interconnessione dei beni. Questo utilizzo è suddiviso in tre quote annuali di pari importo. L’Agenzia delle Entrate ha istituito il codice tributo 6936 per i beni materiali “Industria 4.0”. Nel campo “anno di riferimento” del modello F24, va indicato l’anno di interconnessione del bene.

Per fruire del credito d’imposta, sono richieste specifiche attestazioni:

  • Perizia semplice: per investimenti superiori a 300.000 euro, è richiesta una perizia semplice da parte di un ingegnere o perito industriale, o un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato.
  • Dichiarazione sostitutiva: per investimenti fino a 300.000 euro, è sufficiente una dichiarazione sostitutiva del legale rappresentante.

È previsto un periodo di vigilanza di due anni durante il quale, se il bene viene ceduto o trasferito fuori dall’Italia, il credito d’imposta deve essere rideterminato (meccanismo di “recapture”). Tuttavia, se il bene viene sostituito con un altro di pari caratteristiche, il credito può continuare a essere fruito senza interruzioni. Se il costo del nuovo investimento è inferiore a quello del bene sostituito, il beneficio continua per le rate residue fino a concorrenza del nuovo costo.

Le imprese sono tenute a comunicare al MISE le informazioni relative agli investimenti 4.0. La comunicazione preventiva è obbligatoria per gli investimenti effettuati dal 30 marzo 2024, mentre per quelli effettuati tra il 1° gennaio 2024 e il 29 marzo 2024, è richiesta solo una comunicazione a consuntivo.

La comunicazione al MISE deve essere effettuata tramite il modello istituito dal Ministero, che comprende sezioni specifiche per i beni materiali e immateriali. Questa comunicazione è necessaria per monitorare l’utilizzo dei crediti d’imposta, ma l’eventuale omissione non comporta la decadenza dal beneficio.

Il credito d’imposta per beni strumentali materiali nel 2024 offre alle imprese italiane un’opportunità significativa per sostenere la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica. Le disposizioni normative confermano le agevolazioni già in vigore nel 2023, con dettagli specifici riguardanti le modalità di acquisizione, fruizione e gli adempimenti documentali richiesti. È fondamentale per le imprese interessate rispettare tutti gli obblighi previsti per garantire la corretta fruizione del beneficio fiscale.

Per informazioni: Servizio Fiscale Gestionale Societario A.P.I., tel. 02/671401 – mail: fiscale@apmi.it

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