Il concordato preventivo biennale: la richiesta di dati e l’analisi della proposta

Il 14 giugno 2024 è stato pubblicato il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze relativo alla metodologia del concordato preventivo biennale (CPB), un nuovo strumento fiscale che consente a professionisti e imprese di concordare preventivamente con il Fisco i redditi e il valore della produzione netta da tassare. Questo procedimento mira a fornire un trattamento premiale ai contribuenti che aderiranno.


Accesso e Adesione sono facoltativi e il contribuente può decidere se richiedere una proposta di reddito all’Agenzia delle Entrate. Una volta ricevuta, può scegliere se accettarla.
Sono previsti benefici fiscali per chi accetta la proposta, mentre non ci sono penalizzazioni per chi non richiede la proposta o la rifiuta.
L’Agenzia delle Entrate formulerà le proposte basandosi sulle specifiche attività economiche, l’andamento dei mercati, la redditività settoriale e individuale desumibile dagli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), oltre a ulteriori dati disponibili all’Amministrazione finanziaria.


Possono accedere al CPB i contribuenti che applicano gli ISA e quelli in regime forfetario (limitato all’annualità 2024).
Sono esclusi i contribuenti che:

  • Non hanno presentato le dichiarazioni dei redditi per il 2021, 2022 e 2023;
  • Sono stati condannati per reati tributari negli stessi periodi;
  • Presentano debiti tributari pari o superiori a 5.000 euro per il 2023, tuttavia, come disposto dall’art. 10 del D.Lgs. n. 13/2024, questa causa ostativa viene meno se il contribuente estingue i debiti entro il termine per l’accettazione della proposta (31 ottobre 2024).
  • Contribuenti in regime forfetario che hanno iniziato l’attività nel 2023 e che quindi non potranno ricevere alcuna proposta di concordato.

Il concordato può decadere in presenza di calamità o eventi straordinari che causano una riduzione dei redditi o della produzione netta superiore al 50%.

Scadenze e Adempimenti:

  • Per il 2024 la scadenza per l’adesione coincide con quella delle dichiarazioni dei redditi (31 ottobre).
  • Per il 2025 e successivi, il termine per l’adesione sarà il 31 luglio.

La prima rata delle imposte per il 2024 rimane invariata, mentre la seconda sarà rideterminata in caso di adesione.

Effetti Fiscali e Previdenziali:

  • I redditi pre-concordati saranno soggetti a IRPEF e IRAP, indipendentemente dai redditi effettivi percepiti;
  • L’IVA non è inclusa nel concordato e gestita secondo le modalità ordinarie.
  • Ai fini pensionistici, il reddito concordato avrà rilevanza contributiva per artigiani, commercianti e iscritti alla gestione separata. Non si applica invece ai professionisti con cassa privata, a meno che ogni ente non decida autonomamente.

Esoneri e Benefici:

  • Esonero dal visto di conformità per compensazione di crediti IVA fino a 70.000 euro annui e per imposte dirette fino a 50.000 euro;
  • Esclusione dagli accertamenti basati su presunzioni semplici e dalla disciplina delle società non operative;
  • Anticipazione dei termini di decadenza per l’attività di accertamento;
  • Esclusione della determinazione sintetica del reddito complessivo, con alcune condizioni;

Il decreto correttivo è attualmente all’esame della Commissione parlamentare, e ulteriori modifiche normative sono in fase di bozza.

Per informazioni: Servizio Fiscale Gestionale Societario A.P.I., tel. 02/671401 – mail: fiscale@apmi.it

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