Il 16 luglio 2024, l’Agenzia delle Entrate ha annunciato tramite comunicato stampa l’aggiornamento del software per la compilazione del modello Redditi 2024, includendo la possibilità per i contribuenti forfetari di optare per il concordato preventivo biennale (CPB). Questa opzione consente di tassare il reddito concordato piuttosto che quello effettivo per l’anno d’imposta 2024.
Analogamente ai soggetti ISA, i redditi verranno rivalutati applicando coefficienti basati sulle proiezioni macroeconomiche di crescita del PIL elaborate dalla Banca d’Italia.
Le prime simulazioni indicano un aumento del reddito proposto rispetto a quanto dichiarato nel 2023 (sezione III del quadro LM). Coloro che sceglieranno di aderire al CPB dovranno compilare la Sez. VI del quadro LM del modello Redditi PF 2024 (anno d’imposta 2023).
Per la proposta di CPB, l’Agenzia delle Entrate terrà conto anche dei dati informativi dichiarati ai righi RS371 a RS381 del Modello Redditi PF 2024 (anno d’imposta 2023), come previsto dai commi 69 e 73 della Legge n. 190/2014.
Il concordato preventivo biennale si preannuncia particolarmente impegnativo per i contribuenti che utilizzano il regime fiscale forfettario, in particolare per coloro che operano nel settore della ristorazione, del commercio al dettaglio, dell’alloggio e del commercio ambulante. Con l’aggiornamento del software “RedditiOnline Pf 2024” pubblicato il 15 luglio 2023, emerge che le proposte di reddito per aderire al concordato risultano sensibilmente più alte per chi ha un coefficiente di redditività basso, come quello del 40% assegnato a queste categorie.
I contribuenti forfettari determinano il loro reddito imponibile applicando un coefficiente di redditività ai ricavi o compensi percepiti, variabile in base al codice Ateco dell’attività svolta. Questi coefficienti, che vanno dal 40% all’86%, servono a presuntivamente determinare le spese sostenute nell’attività d’impresa, arte o professione.
L’analisi ha preso come esempio un ricavo annuo di 40.000 euro. Per attività con coefficiente di redditività del 40%, le proposte di reddito risultano incrementate tra il 26% e il 58%. Al contrario, attività con coefficiente del 78%, prevalentemente lavoratori autonomi, vedono aumenti tra l’8% e il 15%.
Le attività d’impresa, caratterizzate da coefficienti di redditività più bassi, subiscono un aumento più significativo del reddito effettivo rispetto ai lavoratori autonomi. Questo trend sottolinea come i codici Ateco e i relativi coefficienti influenzino pesantemente la determinazione del reddito da concordato preventivo biennale.
Un ulteriore parametro è il minimo settoriale, ovvero il reddito imponibile minimo sotto il quale il fisco non scende, equivalente alla spesa media per dipendente per ogni tipologia di attività. Questo principio implica che il reddito del professionista o dell’impresa non può essere inferiore a quello dei propri dipendenti, eliminando la convenienza del patto per forfettari con redditi imponibili bassi.
Il concordato preventivo biennale, con le sue nuove regole e coefficienti, presenta un conto salato per molte attività forfettarie. Le proposte di reddito più elevate per settori con coefficienti di redditività bassi e il principio del minimo settoriale rendono meno conveniente l’adesione per chi ha redditi effettivi bassi, portando a un inevitabile aumento del carico fiscale per queste categorie.
Per informazioni: Servizio Fiscale Gestionale Societario A.P.I., tel. 02/671401 – mail: fiscale@apmi.it